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Il 2018 copre solo l’8% del fabbisogno

Osservatorio concorsi: 4.317 i posti banditi nel 2018


Il 2018 si è concluso con un 50% in più rispetto al primo semestre dello stesso anno. Sono complessivamente 166 i bandi pubblicati per infermieri, dirigenti e operatori socio sanitari. Di questi 113 sono nuovi bandi di concorsi a tempo indeterminato per un numero complessivo di 4.317 nuove assunzioni, i restanti sono ripartiti tra bandi a tempo determinato e mobilità. Pochissime assunzioni rispetto alle necessità assistenziali, è questa la sintesi dell’andamento dei posti pubblici pubblicati in Gazzetta Ufficiale.


Andando nel dettaglio si scopre che, per quanto riguarda gli infermieri, da gennaio a dicembre 2018 sono stati banditi 93 concorsi per un totale di 1.562 posti a bando. Di questi 1.398 sono posti a tempo indeterminato, 148 sono mobilità e solo 16 a tempo determinato. Degni di nota le percentuali relative alle stabilizzazioni, in applicazione alla legge madia, che sono il 9% per gli infermieri e il 2% per gli Oss.

Per quanto riguarda i concorsi per gli operatori socio sanitari, i bandi pubblicati sono 74 per un totale di 3.128 posti a bando di cui 2.916 sono a tempo indeterminato.

Solo 5 i concorsi banditi per dirigenti, per 6 posti in tutto, di cui 3 sono a tempo indeterminato.

Sono 13 le regioni che hanno bandito concorsi a tempo indeterminato per infermieri e 12 quelle che lo hanno fatto per gli Oss. Il Friuli (con il concorsone da 545 posti) si classifica primo per numero di posti banditi per gli infermieri, mentre per gli Oss è la Puglia ad occupare la prima posizione: con un solo bando nel 2018 ha aperto 2.445 posti.

Concorsi pubblici, non colmano la carenza di personale

Come emerso già nel primo semestre, resta netta la differenza di distribuzione dei concorsi tra le singole regioni ed inoltre non è quantificabile quanti di questi concorsi ad oggi siano stati effettivamente espletati e quante siano state le assunzioni effettive.

Resta anche vero, comunque, che il numero dei posti indicati nei bandi è indicativo, perché molte delle aziende avrebbero potuto o potranno effettuare scorrimenti delle graduatorie già in essere, nell’azienda o in taluni casi nella regione di appartenenza.

Ad essere evidente è che le assunzioni ipotizzate sono ben lontane da quelle necessarie a colmare la carenza di personale che caratterizza il sistema sanitario e che andrà ad aggravarsi con l’applicazione di quota cento, il nuovo sistema pensionistico.

Tra le differenze che fanno riflettere spiccano, in termini numerici, le opportunità che le varie regioni offrono ai candidati: una regione come Lombardia, ad esempio, con un numero maggiore di bandi pubblicati in Gazzetta Ufficiale rispetto a Puglia, Sicilia o lo stesso Friuli, permette più occasioni per tentare il colpo grosso.


Fonte: Nurse24.it