Infermieri migranti in UK: Chi sono e perché lasciano l’Italia.
Il problema della migrazione dei professionisti sanitari è un fenomeno mondiale. Sono oltre 2500 gli infermieri italiani assunti nel Regno Unito, con un incremento di oltre il 70% negli ultimi tre anni. Un progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione di una Tesi di laurea in Infermieristica ne ha analizzato il fenomeno mediante uno studio osservazionale, presentato sotto forma di poster al I° Congresso Fnopi.
Articolo a cura di Elisabetta Toppan, Infermiera
Tratto da Nurse24.it
Da luglio a settembre 2016 ho avuto la possibilità di fare un’esperienza Erasmus nel Regno Unito presso il St. George’s Hospital di Londra. Durante questo tirocinio ho avuto la possibilità di osservare la quantità di infermieri stranieri – europei e non – che lavoravano in ospedale, in special modo infermieri italiani.
Già prima di partire per Londra questo fenomeno migratorio verso il Regno Unito si era fatto sentire tramite annunci in Internet, annunci sui Social Network, articoli di giornali online. Ho ritenuto così interessante fare un’analisi scientifica del fenomeno per comprendere realmente quali siano i fattori che inducono molti professionisti, formatisi in tutto e per tutto nelle Università italiane, a radicare la propria carriera professionale nel Regno Unito.
Con uno Studio osservazionale realizzato attraverso un questionario in forma elettronica diffuso sul social network di Facebook sono stati raccolti dati su tale argomento, in particolare sono state studiate cinque macro-categorie (identificate dopo revisione di letteratura):
- fattori personali
- fattori lavorativi
- fattori economici
- fattori culturali
- fattori socio-professionali
Dalle risposte ottenute è emerso come il fenomeno della migrazione riguardi soprattutto infermieri giovani, neolaureati e alla prima esperienza di lavoro. Le motivazioni principali che li hanno spinti a compiere quest’importante passo sono state la possibilità di assunzione immediata e senza il superamento di un concorso nel settore pubblico, un guadagno economico più favorevole a parità di costo della vita un accrescimento delle competenze e conoscenze professionali, traducibile in un miglioramento del proprio Curriculum Vitae.
E se tutto ciò ti venisse offerto in Italia?
Ma a fronte di queste vantaggiose offerte, alla domanda “E se tutto ciò ti venisse offerto dal Ssn italiano?” più della metà dei professionisti intervistati accetterebbe subito di fare ritorno nel bel Paese. Il dato non sorprende: dalla realtà universitaria quotidiana che ho potuto osservare durante il mio percorso di studi, i giovani neolaureati hanno spesso considerato e messo in atto la scelta di trasferirsi nel Regno Unito, preoccupati della condizione contrattuale precaria in Italia.
Al di là dei fattori personali che possono influire sulla scelta di lavorare all’estero, i nostri risultati suggeriscono che il fenomeno della migrazione sia principalmente da attribuire alle migliori condizioni contrattuali e professionali offerte dal sistema sanitario inglese. Se i fattori sopracitati non fossero adeguatamente affrontati e risolti in Italia, la migrazione di infermieri potrebbe addirittura aumentare.
Per concludere, questo studio è stato realizzato per tentare di dare una risposta oggettiva ad una sensazione soggettiva di un fenomeno migratorio che sempre più appartiene allo scenario della professione infermieristica. L’ipotesi di partenza era che la motivazione per migrare fosse sostenuta soprattutto da ragioni di carattere professionale, grazie alla diversa considerazione sociale e alle diverse prospettive di carriera che l’infermiere ha nel Regno Unito. Sorprendentemente, invece, dai risultati emersi tali ragioni sembrano risiedere soprattutto nell’ambito economico, tanto che la maggior parte degli intervistati sarebbe rimasta in Italia se avesse avuto le medesime possibilità di impiego.