L’Operatore socio sanitario può fare l’Ecg?

Oss ed esecuzione elettrocardiogramma: Sì o no?

Rispondere a questa domanda non è semplice, non perché non ci siano delle direttive nazionali, ma perché le regioni e a volte le singole strutture sanitarie decidono di bypassare le disposizioni date dallo Stato e affidare agli Oss mansioni che non gli competono, provocando un enorme caos nella mente di chi opera nel settore.

Confusione che spesso induce gli operatori a pensare che in fondo non ci sia niente di male a fare qualcosa di “diverso”. Soprattutto se a chiederglielo sono infermieri e coordinatori.

A sentire alcuni Operatori socio sanitari, fare un Ecg è una cosa semplice, un’occasione per dimostrare di avere altre capacità al di là della cura della persona e del suo ambiente.

Cercando su internet la combinazione “Oss ed Ecg”, non mancano i commenti sull’argomento. Franco, per esempio, scrive: “Cosa c’è di complicato in un Ecg? Metti 10 elettrodi adesivi, colleghi una macchina, spingi start ed è fatto. Attacchi un’etichetta con i dati e sotto il prossimo“. Un altro utente dice addirittura: “L’Oss può fare gli Ecg. Se non li fa è perché l’infermiere ha così poco da fare da lasciarlo in cucina. – E continua – Il 90% di quello che fanno Oss e infermieri è sovrapponibile. Poi c’è anche chi scrive: “L’Oss studia, ma non studia come si fa un Ecg. Garantito“. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E la confusione cresce, anche sull’esecuzione del tracciato Ecg da parte di soccorritori volontari.

Non sono d’aiuto neanche alcune delibere regionali o protocolli aziendali che, da una parte, ampliano le competenze dell’Oss, tutelando internamente alla struttura il suo operato, ma senza nessuna formazione adeguata né tanto meno uno stipendio più alto, mentre dall’altra mettono a rischio un’intera categoria non capace più di capire dove arrivano i suoi limiti.

La Corte Costituzionale con sentenza 424/2006 – spiega Angelo Minghetti del Migep – ha ribadito che l’individuazione delle figure professionali con i relativi profili è riservata allo Stato. Le Regioni e le Asl non hanno potere di attribuire al personale attraverso protocolli e linee guida compiti estranei al profilo professionale.

La violazione dell’art. 6 comma 1, lettera q, della legge 833/78 sui requisiti per l’esercizio di professioni sanitarie, configura il reato di esercizio abusivo della professione, previsto dall’art. 348 del codice penale o il suo concorso previsto dall’art. 40, comma 2 del codice penale.


Quindi, stando alla legge, l’Operatore socio sanitario che è costretto dal datore di lavoro o dai colleghi a fare ciò che per direttiva nazionale non potrebbe fare rischia addirittura sanzioni penali. E non ci sono delibere o protocolli che tengano.


 

Neanche alcuni corsi di aggiornamento per Oss organizzati da enti privati in diverse regioni d’Italia servono, perché danno l’illusione agli stessi di poter acquisire nuove conoscenze che però in realtà non gli sono riconosciute da nessuno.

A questo punto non resta che rifarsi all’allegato B dell’Accordo Stato-Regioni 22/02/2001, che codifica la figura professionale dell’Oss. Secondo quanto scritto, tra le altre competenze l’Operatore socio sanitario “può aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso”.

Purtroppo non è indicato un elenco di questi apparecchi medicali, ma è chiaro che non si faccia riferimento ad apparecchiature elettromedicali, come può essere invece un elettrocardiografo, sottolinea Mighetti.

Per cui si può tranquillamente dire che l’infermiere è l’operatore a cui spetta l’esecuzione dell’Ecg e compete l’obbligo della tenuta in efficienza dell’apparecchio. Inoltre, in base alle proprie conoscenze, ne interpreta le anomalie del ritmo (formazione di base e post-base) che necessitano di un intervento d’urgenza e si attiva per chiedere l’intervento medico-specialistico e nei casi di emergenza-urgenza intervenire con le prime manovre salvavita (BLS-D).

All’Oss non rimane che fare attenzione ad accettare le richieste dei colleghi infermieri, perché non si tratta di sapere o non sapere fare un Ecg, di orgoglio personale o di rivalsa tra categorie. Si tratta solo di capire se una cosa la si può fare, per legge e a tutela del paziente.


Fonte: Nurse24.it