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Allarme a Bresso, salgono a tre i morti per legionella

18 i casi accertati.

Terza vittima, una donna di 84 anni, morta in ospedale. Sotto accusa l’acquedotto. Via alle analisi in laboratorio: prelevati 13 campioni d’acqua.

Salgono a tre le vittime della legionella. Una donna di 84 anni che era ricoverata all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo è morta mercoledì mattina dopo essere stata colpita dal batterio. Altri due anziani sono deceduti martedì, in 48 opre, nell’area di Bresso, comune dell’hinterland milanese, per le complicanze causate dal contatto con il pericoloso batterio. I casi accertati sono 18 . Dopo Lino Mazzola, morto domenica all’età di 94 anni, nella notte tra lunedì e martedì il batterio ha ucciso una sua coetanea ricoverata al Bassini e un’altra donna , classe 1934, è morta nella notte tra martedì e mercoledì sempre al Bassini. Le condizioni cliniche degli altri sei pazienti dell’ospedale di Cinisello Balsamo sono stabili o in via di miglioramento, il Niguarda ne sta curando otto e già dimesso uno. Si teme però che il conto possa salire nelle prossime ore. Sarebbero in corso verifiche in altri ospedali milanesi per individuare ulteriori possibili casi. Il Comune di Bresso prosegue intanto con le attività informative. Ieri sera il sindaco Simone Cairo, eletto da poco più di un mese, ha incontrato i medici di famiglia e i cittadini. Al pomeriggio invece appuntamento con i responsabili delle Ats e tutti i titolari di attività produttive che hanno a che fare con l’acqua calda. Il batterio infatti si propaga attraverso il vapore acqueo.

«Stiamo valutando con la protezione civile — spiega Cairo — di procedere alla sanificazione in blocco di tutte le case dell’area critica». La maggior parte dei pazienti colpiti risiede o lavora nella parte Ovest della città. La stessa colpita dal batterio nel 2014 con sei casi e un morto. A distanza di quattro anni il problema ritorna e si fa più grave. Ancora non si conoscono le cause del rapido diffondersi del batterio. Visto il grande numero di malati in così poco tempo (i primi casi sono di metà luglio), sotto osservazione è la rete idrica. Ma il vapore infetto potrebbe avere altre origini, ad esempio le torri di raffreddamento di alcuni impianti industriali. «La situazione è critica — ammette l’assessore regionale Welfare Giulio Gallera —. Abbiamo avviato da subito una task force».

 

Otto esperti del laboratorio di prevenzione dell’Ats Città metropolitana, divisi in due sedi, sono al lavoro per individuare la specie di legionella in azione. «Si procede con la filtrazione di un campione d’acqua su membrana — spiega la direttrice Sonia Vitaliti — e successiva analisi microbiologica. Accanto a questa tecnica ne affianchiamo un’altra, detta in Pcr». Le provette sono state riempite nelle abitazioni di 14 malati e nei luoghi che potrebbero essere a rischio (autolavaggi, fontane). Obiettivo: identificare il tipo di batterio tra le 60 specie esistenti. «Può essere utile conoscerlo per un confronto tra ceppo isolato nell’uomo — continua Vitaliti — e ceppo isolato nell’ambiente, per una conferma della relazione con una determinata fonte di contagio». Non sempre è possibile trovare il collegamento.

L’esame microbiologico richiede circa dieci giorni. I primi esiti sono attesi per la fine di questa settimana. Ma il rischio non è terminato. «Il batterio entra nell’organismo per via inalatoria — continua la responsabile del laboratorio —, respirando un aerosol contaminato che si può sviluppare dalla doccia, da vasche idromassaggio, impianti termali e fontane». Combattere la legionella «non è facile perché il germe si trova spesso nelle acque, anche se normalmente non è in grado di raggiungere concentrazioni tali da causare la malattia». Concentrazione che invece a Bresso sta mietendo vittime. Anche il Cap, che gestisce la rete idrica milanese, il 19 luglio ha prelevato 13 campioni d’acqua per le analisi. Secondo la società sono risultati negativi alla legionella. Al via mercoledì una nuova tranche di prelievi per indagini più approfondite. Autorità ed esperti suggeriscono semplici pratiche per prevenire infezioni. Evitare di bagnare i giardini utilizzando pompe con diffusori a spruzzo, no alle canne per irrigare gli orti lasciate al sole. Attenzione anche agli apparecchi per aerosol: meglio usare acqua in bottiglia per riempirli. E prima di fare la doccia calda, tenere aperto il rubinetto senza respirare il vapore.


Fonte: Il Corriere della Sera – Milano