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Blocco operatorio, struttura e organizzazione

Medics

Tutto quello che c’è da sapere su come è organizzato un blocco operatorio.

Il blocco operatorio è rappresentato da quel complesso di locali e strutture necessari allo sviluppo dell’attività chirurgica, negli ospedali e nelle case di cura.

Del blocco operatorio fanno parte le sale operatorie, dove vengono effettivamente eseguiti gli interventi, e una serie di ambienti e spazi, con caratteristiche e requisiti peculiari, deputati a ospitare una serie di processi che supportano quella che è l’attività chirurgica vera e propria.

Oltre alle sale operatorie rientrano fra questi:

Le aziende responsabili dei propri complessi operatori sono tenute al rispetto del Dpr 14 gennaio 1997 e alle norme in materia di sicurezza su lavoro e igiene previste dal Dlgs 81/2008. Tali norme impongono con decisione che la costruzione e l´organizzazione del blocco operatorio siano finalizzate alla funzionalità e alla massima riduzione della contaminazione batterica e virale: ogni supporto impiantistico e tecnologico deve garantire efficienza e sicurezza, secondo criteri che consentano un buon mantenimento delle condizioni igieniche.

Il blocco operatorio deve essere articolato in zone progressivamente meno contaminate, dall’ingresso fino alle sale operatorie:

In relazione a queste disposizioni il complesso operatorio prevede percorsi interni differenziati per lo “sporco” e per il “pulito”. Tutto è finalizzato alla prevenzione delle contaminazioni batteriche, non a caso tutte le porte degli ambienti maggiormente preservati dalle contaminazioni stesse, come quelle di ingresso e uscita dalla sala operatoria, sono dotati di sistemi di apertura no-touch.

Le superfici delimitanti (soffitti, pareti e pavimenti) devono essere:

Oltre a questi requisiti è auspicabile che le sale operatorie presentino le seguenti caratteristiche impiantistiche:

È di fondamentale importanza che tutto il complesso operatorio sia immediatamente raggiungibile dai reparti di degenza e che sia ubicato in zone della struttura ospedaliera che non permettano una comunicazione diretta con l’ambiente esterno all’edificio.

Area per l’accoglimento del paziente

In questo spazio il paziente, in arrivo dai reparti di degenza, è accolto dal personale di sala e vi sosta fino al trasferimento in sala operatoria. Durante il periodo di attesa, il paziente è sottoposto a ulteriori protocolli di preparazione all’intervento, inclusa l’ultima valutazione pre-operatoria da parte dei professionisti sanitari.

Locali per la preparazione dell’équipe all’intervento

Separati, ma connessi alla sala operatoria, sono individuabili gli spazi ambientali necessari all’équipe per la preparazione della cute prima dell’operazione chirurgica. In questo locale, il personale di sala coinvolto nel campo operatorio (strumentista e chirurghi) si appresta a eseguire il lavaggio chirurgico necessario per la riduzione della flora microbica di mani e avambracci. Il lavaggio è realizzabile attraverso due azioni congiunte: una di tipo meccanico attraverso lo sfregamento della cute, l’altra di tipo chimico per mezzo dell’utilizzo di agenti disinfettanti.

Nell’area in questione sono presenti infatti:

Le sale operatorie

La sala operatoria è identificabile come l’ambiente dove viene eseguito l’intervento chirurgico e rappresenta l’asse centrale su cui si innestano l’intera struttura del reparto operatorio e le varie attività connesse. La superficie della sala operatoria dev’essere adeguata alla tipologia delle attività erogate e alla tecnologia impiegata, per esempio per le sale operatorie di nuova realizzazione o ristrutturazione l’American Institute of Architects indica una superficie minima di 37,4 mq.

In Italia le dimensioni minime sono di 36 mq, fino a un massimo di 70 mq nelle sale che ospitano attività specialistiche che impongono la presenza di apparecchiature molto ingombranti e di équipe particolarmente numerose.

Nelle camere operatorie può essere ritenuta fondamentale la presenza dei seguenti elementi:

Tutti gli elementi devono essere disposti in modo da occupare il minor spazio possibile, in maniera da garantire uno spazio di manovra sufficientemente grande da poter consentire i movimenti in sicurezza dell’équipe operatoria con i relativi strumenti e conseguentemente di ridurre al minimo le possibilità di contaminazione batterica.

L’attività chirurgica si svolge intorno al letto operatorio, sul quale viene posizionato il paziente a seconda della sede di intervento. Il letto operatorio dev’essere dotato di sistemi con controllo a distanza che consentano di modificare la posizione dell’operando in maniera da garantire un’efficace esposizione delle sedi anatomiche in relazione alle necessità di chirurghi e anestesisti, senza mai trascurare il comfort del paziente.

Una sufficiente illuminazione, che si traduce secondo le normative vigenti in una potenza luminosa di 10.000 lux nell’area limitrofa al campo operatorio e di 100.000 lux per il campo operatorio, è garantita dalle sorgenti di illuminazione standard e dalle cosiddette lampade scialitiche, capaci di non creare ombre e di garantire ai chirurghi e allo strumentista un’ottima visione dello spazio operatorio. Ne sono previste due: una principale e una ausiliaria.

Nel corso di ogni intervento chirurgico il paziente dev’essere sempre monitorato dall’équipe anestesiologica attraverso le apparecchiature di monitoraggio e anestesia riunite in un unico complesso integrato. Queste specifiche apparecchiature consentono di rilevare in tempo reale i parametri clinici necessari a una attenta valutazione del paziente e di supportare le sue funzionalità vitali e il processo anestesiologico, a seconda della tecnica anestesiologica impiegata. Devono essere sempre disponibili: un defibrillatore e i farmaci utili per l’anestesia e per le situazioni di emergenza/urgenza.

Uno degli strumenti centrali in un intervento chirurgico è rappresentato dal bisturi elettrico (o elettrobisturi). È un dispositivo che genera segnali ad alta frequenza e, grazie alla sua azione di taglio e coagulo, ha lo scopo di ovviare ai problemi connessi con la fuoriuscita di sangue in seguito alla recisione chirurgica dei vasi sanguigni.

È di estrema importanza che il microclima all’interno della sala operatoria sia mantenuto entro un determinato range e che il sistema di condizionamento rispetti appieno la normativa al fine di garantire il rispetto delle linee guida internazionali contro le infezioni del sito chirurgico e favorire il lavoro dei professionisti. La temperatura interna invernale e estiva dev’essere compresa tra 20°-24°C con una umidità relativa compresa tra 40-60%.

Devono essere assicurati inoltre:

La sala risveglio

La sala risveglio è la struttura facente parte del complesso operatorio all’interno della quale medici e infermieri esercitano le funzioni di assistenza post-operatoria, quali il monitoraggio dei parametri e delle funzionalità vitali, la somministrazione dei farmaci e della terapia infusionale, la sorveglianza dello stato di coscienza e la valutazione clinica globale del paziente neo-operato prima del suo ritorno nel reparto di degenza, dove continuerà il proprio percorso clinico. La zona risveglio è realizzata in un locale adibito alle esclusive funzioni previste e dev’essere dotato di:

Il complesso operatorio è un ambiente dinamico dove niente dovrebbe essere trascurato, il rispetto della normativa vigente in termini di organizzazione e struttura è fondamentale per garantire al paziente delle cure sicure e assicurare agli operatori un’opera efficace, a tutela dell’incolumità di tutti gli attori coinvolti.


Fonte: Nurse24.it