Nato il CTS: gli Operatori Socio Sanitari hanno il loro comitato tecnico scientifico.

Nato CTS: gli Operatori Socio Sanitari (OSS) hanno il loro Comitato Tecnico Scientifico. Basta con attestati fasulli.

Il 6 maggio 2019 è nato il comitato tecnico scientifico puglia. Esso è formato interamente da operatori socio sanitari e attraverso strategie e obiettivi mira alla valorizzazione professionale della categoria. La nostra presidente Grazia Giangrande ha depositato in consiglio regionale pugliese una legge sugli Oss, essa è già stata approvata in Liguria e in Sicilia e mira ad avere un elenco regionale di categoria.
Come comitato il nostro comune denominatore è la valorizzazione della nostra professione, in quanto confrontandoci con tanti colleghi che lavorano nel settore privato in particolar modo denotiamo con tristezza, le varie problematiche con le quali molti Oss devono convivere. Sono tanti secondo noi contratti di lavoro presenti nel settore privato, tanta anche è la precarietà di molti operatori, altro aspetto e che molti  Oss per lavorare sono obbligati ad aprire partita iva, fino ad arrivare al demansionamento professionale in quanto in molti contesti gli Oss sono chiamati a svolgere mansioni non inerenti al profilo in particolar modo in contesti domestici. Noi vorremmo che finalmente l’Oss sia inquadrato nel settore pubblico come figura sanitaria e non come tecnico, siamo noi che svolgendo mansioni di assistenza di Base siamo a stretto contatto con il paziente, tempestivamente segnaliamo alterazioni della cute, inappetenza, alterazioni della diuresi, stimoliamo il paziente ad usare le proprie capacità residue, ecc,  lavoriamo in equipe e su attribuzione infermieristica o ostetrica.

Troppo ambizioso è chiedere che l’Oss diventi una professione sanitaria?

Lascio alle vostre coscienze una risposta.

Credo che questa figura nata nel 2001 abbia bisogno di una revisione professionale e di maggiori tutele, ancora molte persone non conoscono e non hanno ben chiaro chi siamo. Ci vorrebbe a mio avviso una regolamentazione ferrea della formazione in particolar modo sui corsi a pagamento, basta speculazioni e basta ricevere spiacevoli notizie mi riferisco al suicidio poco tempo fa di un Oss che aveva fatto un corso e poi aveva scoperto di aver ricevuto un attestato falso. Colgo l’occasione per porgere alla famiglia la nostra vicinanza. Invito tutti gli operatori pugliesi a documentarsi sulla nostra “mission” e qualora si ravvedano nei nostri comuni denoninatori ad aderire al nostro comitato. Porgo a tutti colleghi i nostri migliori auguri in occasione delle prossime festività.

Gianfranco Oliveri

Socio fondatore CTS Puglia

Fonte: AssoCareNews.it

Lo stato di Samoa ha arrestato un uomo che incitava a non vaccinarsi contro il morbillo

Lo stato di Samoa, arcipelago di isole che si trova nel Pacifico a est dell’Australia, ha arrestato Edwin Tamasese, un attivista contrario alla vaccinazione obbligatoria avviata dal governo su tutta la popolazione contro il morbillo, che negli ultimi giorni aveva ucciso 62 persone, la maggior parte bambini.

Tamasese è stato arrestato giovedì e incriminato per incitamento contro il governo per aver descritto su Facebook il programma di vaccinazione come «il più grande crimine contro la nostra gente» e per aver invitato a curarsi con metodi e sostanze inefficaci, come l’estratto di foglie di papaya e la vitamina C.

Nello stato è diffusa la convinzione che i vaccini siano dannosi ed è stata rafforzata dalla morte di due bambini nel 2018, dopo aver ricevuto il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia; in realtà erano morti perché le infermiere avevano mescolato al vaccino un miorilassante, un farmaco che rilassa i muscoli dell’organismo, anziché l’acqua. Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2018 solo il 31 per cento degli abitanti delle Isole Samoa era vaccinato contro il morbillo; secondo gli esperti per prevenire un’epidemia è necessario che lo sia almeno il 95 per cento.

Giovedì e venerdì tutte le attività non fondamentali dello stato sono state sospese, su ordine del governo, per vaccinare in maniera massiccia i 200mila abitanti del Paese contro il morbillo: le autorità hanno invitato le persone a restare a casa e a esporre una bandiera rossa nel caso in cui all’interno ci fosse qualcuno non ancora vaccinato contro il morbillo. Le autorità locali ritengono che il virus sia stato portato nello stato da un viaggiatore proveniente dalla Nuova Zelanda.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha detto che circa 140mila persone sono morte di morbillo nel 2018

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha detto che nel 2018 il morbillo ha infettato quasi 10 milioni di persone e ne ha uccise circa 140mila, perlopiù bambini con meno di cinque anni che non erano stati vaccinati.

Il direttore generale ha detto che «la morte di un bambino per una malattia evitabile con un vaccino fa sinceramente indignare ed è un fallimento collettivo».

I dati sul 2019 forniti dall’OMS non sono ancora definitivi ma mostrano una situazione ancora peggiore: i casi sarebbero infatti aumentati di tre volte nello stesso periodo del 2018.

Gli Stati Uniti hanno già fatto sapere che nel 2019 c’è stato il maggior numero di casi degli ultimi 25 anni mentre nel 2018 quattro paesi europei – l’Albania, la Repubblica Ceca, la Grecia e la Gran Bretagna – avevano perso la qualifica di stati senza morbillo dopo che si erano verificati alcuni casi.

Liguria, si apre uno spiraglio per gli Oss di Coopservice

Sono mesi che gli operatori socio sanitari in servizio all’Asl 5 tramite Coopservice, hanno lanciato un grido disperato per la loro condizione. Sono in 158 e rischiano di perdere il loro posto di lavoro, che per 18 anni è stata una situazione lavorativa anomala, con appalti al ribasso, facendo doppi turni e spesso saltando i riposi. Il consiglio regionale di lunedì 2 dicembre sembra aver aperto uno spiraglio, ma lo stesso emendamento approvato in Regione (emendamento Pucciarelli) è stato bocciato in Senato.

Oss La Spezia, regione apre a in house altrimenti aiuto dal Parlamento

Un tavolo tecnico-politico, con la partecipazione anche di tutti i parlamentari spezzini, per garantire la continuità occupazionale ai 158 operatori socio sanitari dell’Asl 5 Spezzina, in vista dell’internalizzazione del servizio e cercando di evitare le procedure concorsuali.

È l’obiettivo di un ordine del giorno approvato il 2 dicembre all’unanimità dal consiglio regionale della Liguria, nel corso della seduta straordinaria dedicata alla sanità e voluta dalla minoranza. Applausi dai lavoratori che fin dalla mattina assiepavano gli spalti.

Il tavolo dovrà verificare alcune strade alternative proposte dai consiglieri. L’opzione preferita da lavoratori e opposizioni è quella della costituzione di un una società in house della Asl 5 Spezzina, previo via libera della Corte dei Conti, per assumere tutti i 158 operatori attualmente alle dipendenze di Coopservice.

In alternativa, si chiede di valutare la possibilità di un intervento legislativo nazionale ad hoc che garantisca l’assunzione diretta degli operatori da parte della pubblica amministrazione, scontrandosi però con lo scoglio dell’articolo 97 della Costituzione.

Altra ipotesi da affrontare, quella di una legge regionale che, a prova di impugnativa, trovi lo strumento più adatto per risolvere l’impasse. L’ultima opzione chiama sempre in causa il Parlamento, per un progetto di legge generale che consenta di applicare la clausola di salvaguardia sociale nella pubblica amministrazione in caso di procedure di internalizzazione.

Sfida la tempesta per andare a lavoro, muore travolta dalla piena

Ha sfidato la tempesta per andare a lavoro, ma la piena del Bormida l’ha travolta. È morta così una Operatrice socio sanitaria di 52 anni che lavorava nella casa di riposo “Santa Giustina” di Sezzadio, piccolo paese tra Acqui e Alessandria.

Oss uccisa dal Bormida: ha sfidato la tempesta per andare a lavoro

Aveva 52 anni la donna morta travolta dall’onda di piena del fiume Bormida. Viveva a Gramelero, in provincia di Alessandria con il marito e il figlio. E per tutta la vita aveva lavorato con gli anziani.

Era una Oss e tutti i giorni lavorava nella casa di riposo “Santa Giustina” di Sezzadio, piccolo paese tra Acqui e Alessandria. Lo aveva fatto anche ieri mattina. Non poteva sopportare che la sua mancanza potesse mettere in difficoltà le colleghe che con lei erano di turno per accudire gli anziani. Lei amava il suo lavoro – raccontano alcuni di loro al Corriere – Ed era molto apprezzata per come svolgeva le sue mansioni.

Una donna determinata. Talmente tanto da decidere di raggiungere a piedi la casa di riposo. Nonostante il pericolo dell’esondazione del fiume e l’acqua che già le arrivava alle caviglie. Lo aveva detto anche al marito, nella sua ultima chiamata del mattino. Continuo a piedi – gli aveva confidato – Qui è tutto allagato.

Poi si era incamminata sul viadotto chiuso e transennato qualche ora prima dalla protezione civile visto il pericolo imminente di esondazione. A precederla un’altra vettura, una Mercedes Classe A. Le due persone a bordo avevano spostato i cartelli di pericolo e attraversato il viadotto poco prima. La loro auto si era però spenta a causa dell’acqua alta sul ponte bloccandoli di fatto all’interno dell’abitacolo.

L’Oss ha provato a soccorrerli, con la torcia del cellulare in mano ha provato ad aiutarli. La corrente però è stata più veloce di lei. L’ha trascinata via insieme con l’auto sulla quale, in un gesto disperato, aveva cercato riparo.

Per lei non c’è stato nulla da fare. L’auto, recuperata a quasi mezzo chilometro dal viadotto, non le ha dato scampo. I due automobilisti invece si sono salvati. Scesi al volo dalla vettura sono riusciti ad aggrapparsi ai rami di un albero. Hanno visto la piena trascinare via Rosanna sotto i loro occhi. Senza poter fare nulla. Sono poi stati portati in salvo dai vigili del fuoco e trasferiti all’ospedale di Alessandria in ipotermia.