STOP Aggessioni nella Sanità, FP CGIL pubblica il vademecum

La violenza nei luoghi di lavoro è ormai riconosciuta sin dal 2002 come un importante problema di salute pubblica nel mondo (World Health Organization, 2002).

Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. Gli atti di violenza consistono nella maggior parte dei casi in eventi con esito non mortale, ossia aggressione o tentativo di aggressione, fisica o verbale, quale quella realizzata con uso di un linguaggio offensivo.

Ogni anno in Italia si contano 1200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità, che è come dire che il 30% dei 4mila casi totali di violenza registrati nei luoghi di lavoro riguarda medici infermieri ostetriche, farmacisti… insomma coloro che curano o si prendono cura dei cittadini. E nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne. La classifica dei luoghi maggiormente colpiti dalla violenza nel 2017: al primo posto troviamo i Pronto soccorso con 456 aggressioni, seguono i reparti di degenza con 400, gli ambulatori con 320, gli Spdc con 72 atti di violenza, le terapie intensive con 62, le aggressioni al 118 sono state 41, 37 invece quelle nell’ambito dell’assistenza domiciliare, 20 nelle case di riposo e, infine, 11 nei penitenziari.

Passando alla tipologia di violenza: il 60% sono minacce, il 20% percosse, 2 il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismo. Ma chi commette violenza? Il 49% sono i pazienti, il 30% i familiari, l’11% i parenti e un 8% sono gli utenti in generale.

Le fasce orarie più a rischio sono quelle della sera e della notte e, sondando i medici, la percezione di violenza è aumentata secondo il 72% ed è in forte aumento per l’8%.

Di concreto c’è il danno economico: nel 2017 sono state 3.783 le giornate di lavoro perse, in netto aumento rispetto agli anni precedenti con 1.522 giorni di prognosi nel 2014, 2.397 nel 2015 e 3.140 nel 2016. Tradotto in soldi, nel 2017 i danni economici ammontano a 30 milioni a carico del Sistema sanitario nazionale, contro i 12 milioni del 2014.

Gli episodi di violenza nei confronti del personale sono considerati eventi sentinella perché segnalano la presenza che nell’ambiente di lavoro vi siano situazioni di rischio e vulnerabilità che necessitano l’adozione di misure di prevenzione e protezioni dei lavoratori.

Qualunque operatore sanitario può essere vittima di atti di violenza, i medici gli Infermieri e gli OSS sono quelli a più alto rischio perché sono a contatto diretto con il paziente e devono gestire una condizione in cui la componente emotiva è molto vulnerabile sia per il paziente che per i parenti, molto di più se sotto effetto di alcol e droga.

Cosa DEVE fare il lavoratore in caso di probabile aggressione? Ecco il vademecum pubblicato da FP CGIL.

Truffato con un finto corso, 29enne disoccupato si suicida.

La truffa e il dramma. Da una parte chi specula sui bisogni dei giovani disoccupati alla ricerca di un lavoro. E dall’altra la disperazione di chi quell’occupazione, malgrado titoli di studio, non riesce proprio a trovarla. Un giovane calabrese – da anni senza lavoro – si è tolto la vita, dopo aver scoperto di essere stato raggirato da una sedicente scuola che aveva frequentato perché convinto di conseguire il diploma di operatore socio sanitario, in realtà falso.   Dalle indagini dei Nas effettuate sull’organizzazione di oltre 30 corsi per i cosiddetti ‘Oss’, è emerso che in realtà le attività di formazione professionale avevano soltanto lo scopo di procurare vantaggi economici a chi le organizzava. I corsi venivano gestiti attraverso una scuola professionale con sede ad Altomonte (Cosenza), la “Sud Europa”, non accreditata alla Regione Calabria. L’operazione, che ha portato all’arresto di sei persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed al falso, ha consentito di scoperchiare un pentolone di nefandezze e speculazioni. Si è scoperto, infatti, che i titoli professionali rilasciati, a fronte dei notevoli sacrifici anche economici sopportati da chi li ha frequentati (i corsi costavano in media duemila euro), erano in realtà soltanto “carta straccia” perché privi di qualsiasi valore legale.    Ed è stata proprio la consapevolezza di essere rimasto vittima di una truffa, malgrado le tante speranze riposte nell’iniziativa, ad indurre al suicidio un giovane che aveva partecipato ad uno dei corsi.

Il particolare é stato rivelato dal comandante del Nas di Napoli, il colonnello Vincenzo Maresca, nel corso della conferenza stampa sull’operazione svoltasi nella Procura di Castrovillari.”Il giovane, disoccupato da anni – ha detto l’ufficiale – é stato sopraffatto dalla disperazione e si é tolto la vita, non riuscendo a sopportare la delusione per quanto aveva subito”. Sulla vicenda del giovane suicida il Procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha detto che “le indagini sono ancora in corso. Stiamo verificando – ha aggiunto – anche l’ipotesi di istigazione al suicidio. La morte del giovane risale ad un’epoca antecedente l’avvio delle indagini. Stiamo approfondendo e verificando tutto, comunque”.   Le sei persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Castrovillari sono quattro imprenditori del settore della formazione professionale, due residenti nell’hinterland cosentino e due nel napoletano, e due dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

Il ruolo di questi ultimi, in particolare, sarebbe stato strategico per portare a termine la truffa. I due, infatti avrebbero contattato persone di loro conoscenza per proporre la partecipazione ai corsi. Gli stessi dipendenti, inoltre, avrebbero organizzato incontri nell’ospedale di Trebisacce (Cosenza), in cui svolgevano le loro mansioni, rivelatisi “abusivi” perché non autorizzati dalla direzione del nosocomio. La centrale organizzativa della truffa é stata individuata in provincia di Napoli. L’operazione ha anche portato al sequestro di 291 titoli professionali rilasciati a conclusione dei corsi e di 570 mila euro, risultati provento dell’attività illecita.

DISOCCUPAZIONE, IL SONDAGGIO AIFITEC SUL MERCATO DEL LAVORO: BUONE PERFORMANCE DEI QUALIFICATI CON IL CORSO OSS OPERATORE SOCIO SANITARIO E DEI NUOVI CORSI PER OSS

Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell’AIFITEC sul mercato del lavoro

ll Presidente dell’AIFITEC Agenzia Internazionale di Formazione ed Istruzione Tecnologica, Mariola Wrobel Sangrigoli, Ente Accreditato dalla Regione Calabria, nonché Agenzia per il Lavoro ha rilasciato queste dichiarazioni a fronte di una effettiva introduzione sia dei disoccupati che degli inoccupati attraverso la formazione superiore ed in particolare con le qualifiche OSS, Operatore Socio Sanitario.

Presidente Mariola WrobelSangrigoli quale sono le prospettive per i giovani disoccupati e per gli inoccupati calabresi?

Da uno Studio basato su fonti regionali, preparato ed eseguito da AIFITEC, come Agenzia di Lavoro, si ha un tasso di disoccupazione medio –stiamo parlando della Provincia di Reggio Calabria –   di circa il 22,5 %, ovviamente sugli iscritti alle liste; Tale dato tende a salire. Le prospettive, come viene richiesto dagli stessi interessati, sono molto “fluide”, ovvero, partendo dal fatto che le possibilità di lavoro nel campo dell’industria e delle costruzioni  sono ridotte al minimo se non inesistenti; che la crisi occupazionale investe i settori del commercio e del turismo, resta ben poco per il disoccupato.

Ovvero?

Il terziario pubblico e privato nel campo dei servizi socio-sanitari!

Nella nostra Regione Calabria?

Esatto! Basti analizzare tutta la domanda che proviene dal “sociale”: c’è sempre maggiore bisogno di assistenza, sia nel campo degli anziani piuttosto che nell’assistenza vera e propria ospedaliera, soprattutto nel campo degli Operatori Socio Sanitari. Oggi l’infermiere con le proprie nuove specializzazioni e la laurea è considerata una nuova  professione una nuova struttura e nuove funzioni. Al suo “posto” –per così dire – con i limiti tipici della professione è stato integrato l’OSS, Operatore Socio Sanitario, che agisce –come afferma la Regione Calabria – nell’ambito delle competenze tecniche, delle competenze auto performanti, relazioni quali ad esempio delle “sostituzioni famigliari”,nell’aiuto alla corretta assunzione dei farmaci, attuare interventi di primo soccorso, somministrazione delle diete, ecc. E la nostra Regione Calabria ha maggiore necessità sia a livello pubblico di assumere tale figure professionali e, nel privato, vi è un altro motivo.

E quale?

La popolazione della Regione Calabria è tra le più longeve del mondo. Il carico ed aspettativa di vita arriva sino ad oltre i 77/79 media di età. Orbene c’è bisogno di assistenza per queste persone anziane. Ed il ricorso alle “badanti” straniere non è conveniente sia per ragioni di integrazione (non sono esperte nelle cure e non sono specializzate e spesso, non conoscono bene la lingua) e per ragioni economiche: oggi le badanti tra registrazioni del contratto e stipendio hanno diritto ad un equa indennità che oggi, con questa crisi, fa comodo ovviamente ai cittadini italiani.

E cosa fare?

E’ necessario essere preparati, i giovani disoccupati e gli inoccupati devono qualificarsi bene e per farlo devono formarsi presso le Agenzie formative autorizzate per questo scopo.

Come AIFITEC?

Appunto, AIFITEC, Agenzia Internazionale di Formazione ed Istruzione Tecnologica con sede in Reggio Calabria Corso Giuseppe Garibaldi 527 e Viale Calabria 197,ed a Siderno in Via Fiume 29, ha attivato, con l’accredito della Regione Calabria già dal 2016 i primi corsi per Operatore Socio Sanitario, con docenti esperti e qualificati ad un prezzo minimo e sopportabile per il giovane. Oggi Aifitec ha diplomato e qualificato oltre 500 allievi di cui ben il 45% ha già trovato occupazione presso strutture pubbliche e private.

Qual è l’esperienza dell’AIFITEC in questo settore? Siete nati nel 2011 come Formazione a distanza.

Vede, io mi chiamo Mariola WrobelSangrigoli, mio marito, dott.. Gaetano Sangrigoli, è da oltre 40 anni , riconosciuto da tutti, nel settore della formazione, fondatore del CIFIP, Centro Italiano di Formazione ed Istruzione Professionale, all’epoca tra i primi centri di formazione convenzionati con la Regione Calabria ed il Fondo Sociale Europeo. Basti pensare che già nel 1983 eravamo titolari della Scuola Superiore per Assistente sociale, sotto l’egida dell’Università della Calabria, qui a Reggio Calabria, abbiamo diplomato molti assistenti sociali che quotidianamente si incontrano negli Uffici della nostra Regione. La nostra famiglia ha speso la vita nella formazione soprattutto nel campo del sociale. E noi Sangrigoli, oggi tra l’altro c’è già pronta una nuova generazione con la nostra figlia Karolina Maria, in questo campo siamo stati i primi e tale resteremo sempre al servizio dei giovani e per un loro inserimento nel campo del lavoro.

Concludendo

Per i disoccupati una delle forme di inserimento,, oggi, è qualificarsi presso una Agenzia Formativa seria, professionale e conosciuta. La qualifica di OSS Operatore socio Sanitario viene rilasciata dall’AIFITEC, Agenzia Internazionale di Formazione ed Istruzione Tecnologica con sito www.aifitec.eu in Reggio Calabria, Corso Giuseppe Garibaldi 527 oppure in Viale Calabria 197, ed anche in Siderno, Via Fume29,. AIFITEC un’esperienza quarantennale a servizio dei giovani disoccupati calabresi sia nella formazione in FAD (online) che in quella in aula.

Aggiungo che sono aperte le iscrizione sia per i corsi di qualifica per operatore Socio Sanitario a seguito della D. D. n.° 12850/2019 nella sede di Corso Garibaldi 527, oppure della DD n.° 12931/2019 per l’attivazione dei Corsi presso la sede di Viale Calabria.

Nel contempo si stanno avviando nei prossimi giorni i corsi per Operatore Socio Sanitario con Funzione Complementare ai sensi e per gli effetti dell’Accordo Stato Regione 2003 e della Delibera di Giunta Regionale della Calabria n.° 96/2019.

I corsi sono in attesa di attivazione e si svolgono sia di mattina dalle ore 8.00 alle ore 14.00 nonché di pomeriggio dalle ore 14. Alle 20. Ci sono 80 posti disponibili.

Conoscere e scoprire la carriera di OSS

Gli Operatori Socio Sanitari sono la forza trainante della sanità italiana, rappresentano un supporto valido e affidabile in contesti spesso difficili. Sono il mezzo di contatto tra infermieri e paziente e sono in grado di lavorare nei più diversi contesti, dalle strutture pubbliche a quelle private, dalle case di riposo alle RSA, dalle case famiglia alle comunità terapeutiche di tutta Italia.

Gli OSS sono professionisti che scelgono di dedicarsi, con il proprio lavoro, ai pazienti, non ottenendo magari la “gloria” raggiunta da dottoroni e chirurghi super-star, ma impegnandosi quotidianamente e costantemente per mandare avanti con serietà la grande macchina della sanità pubblica e privata.

Questo, però, è ciò che gli OSS rappresentano per gli addetti del settore. Ma cosa vuol dire veramente essere un operatore socio sanitario?

Essere un Operatore Socio Sanitario significa fare una scelta precisa di vita, studiare, esercitarsi e prepararsi a una carriera a contatto con persone, i pazienti, che si appoggeranno a te per tutto, significa duro lavoro e tanto impegno, ma significa anche donare il conforto di un sorriso quando serve, di un braccio a cui appoggiarsi quando si crede di non farcela, di una parola di comprensione anche al più rassegnato dei pazienti. Il lavoro di un OSS non è un lavoro facile, in quanto spesso si è in contatto con persone fragili e di conseguenza non è possibile improvvisare.

E cosa si ottiene in cambio? Oltre all’ovvia retribuzione economica, si ha la possibilità di entrare realmente in contatto con le persone: per ogni sorriso si otterrà un ringraziamento sincero, per ogni parola detta si conoscerà una storia di vita sempre diversa, per ogni braccio messo a sostegno dell’altro si vivrà un’esperienza nuova e sconosciuta. Questi sono i regali che, senza neanche rendersene conto, fanno i pazienti a chi si prende cura di loro con impegno e professionalità.

Quello dell’OSS è un lavoro prettamente pratico e, come tale, serve tanta esperienza che solamente ore e ore di esercitazione e lavoro sul campo possono garantire.

La formazione, fatta bene, fa la differenza e rende competitivi.

Diritti del malato, cosa succede in casi di malasanità

Purtroppo, sempre più spesso la cronaca ci informa di casi di malasanità in ospedale.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le situazioni inaspettate che arrecano danno al paziente, anche se non intenzionali e non desiderabili, rappresentano il 10% dei ricoveri.

Di questi eventi avversi, si può parlare di errore medico solo se il danno era prevenibile. Tuttavia, la Costituzione Italiana sancisce il diritto alla salute e quindi di ricevere trattamenti medici di prevenzione e cura adeguati.

Per ricevere un risarcimento danni, occorrerà richiedere assistenza legale ad uno studio specializzato in malasanità che riuscirà a dimostrare gli elementi che accertano che si sia trattato di un episodio di malasanità.

Questi elementi fanno riferimento a:

▪ colpa medica cioè il sanitario deve aver seguito un comportamento diverso da quello segnalato dalle linee guide e dalle buone pratiche;
▪ danno al paziente, grave e/o permanente, che superi la soglia di gravità necessaria a giustificare un’azione legale;
▪ nesso causale fra comportamento colposo e danno arrecato al paziente.

Sintesi articolo pubblicato sul sito economia.iltabloid.it