Disinfettanti, guida per il corretto uso da parte dell’Oss

L’Operatore socio sanitario nell’utilizzo dei disinfettanti.

Florence Nightingale diceva che il primo requisito di un ospedale dovrebbe essere quello di non far male ai pazienti. Questa affermazione nasceva anche dalla consapevolezza che durante il periodo di ricovero, un paziente poteva incorrere nelle infezioni ospedaliere, dette anche nosocomiali. Cioè in quelle infezioni che non sono state la causa del ricovero, ma che sono comparse a seguito di esso. Due delle misure preventive sono la corretta disinfezione dell’ambiente e l’adozione di misure di assistenza che garantiscano condizioni asettiche.

Il concetto di infezioni ospedaliere oggi è stato ampliato a quello di infezioni correlate all’assistenza sanitaria e sociosanitaria (Ica). Questo perché le cure e gli interventi assistenziali non avvengono più soltanto in ospedale, ma anche in strutture extra-ospedaliere, ad esempio le Rsa.

Tra le conseguenze più gravi delle Ica ci sono sia il peggioramento delle condizioni di salute degli ammalati, sia un maggiore dispendio di risorse umane ed economiche che gravano sul sistema salute.

In questo contesto diventa essenziale mettere in atto tutte le misure preventive, dalla riduzione delle procedure invasive non necessarie, all’uso di presidi più sicuri, all’adozione di preparati ad azione antisettica e disinfettante.

Qui ci concentreremo sui disinfettanti, che sono usati prevalentemente dagli Oss per la pulizia di strumenti, apparecchiature medicali, piani di lavoro ecc.


Per una maggiore chiarezza tuttavia apriremo una breve parentesi sugli antisettici, che a differenza dei disinfettanti sono impiegati per la disinfezione di tessuti viventi: cute integra o lesa e mucose.

Si tratta di preparati come per esempio la clorexidina o lo iodopovidone, che dovrebbero agire solo sul patogeno senza arrecare danni all’organismo. Non sono quindi tossici. Ce ne sono di diversi tipi ed in base alla loro struttura chimica sono adoperati da medici e infermieri per effettuare cateterismi, disinfezioni di ferite, escoriazioni, ustioni, ulcere, in ambito chirurgico, ecc.


Disinfezione: Cos’è e come si ottiene

La disinfezione è un’operazione efficace contro tutti i microrganismi, che punta alla distruzione di germi patogeni su materiale inerte.

Si può ottenere:

  • chimicamente, tramite disinfettanti
  • fisicamente, attraverso l’uso del calore o radiazioni ultraviolette.

L’efficacia della disinfezione dipende:

  • dal tipo di superficie, oggetto o ambiente che si vuole disinfettare. In ambito ospedaliero si parla di materiale non critico (se non è entrato in contatto con superfici corporee), semicritico (se è entrato in contatto con mucose integre dei pazienti), critico (se è entrato in contatto con parti lese del paziente e materiale biologico)
  • dal tipo di microrganismo e quindi in base ad esso si stabilisce il grado di disinfezione
  • dalle concentrazioni del disinfettante e dai tempi di contatto
  • dalla corretta detersione dei materiali da disinfettare
  • dai fattori ambientali come la temperatura
  • dalla corretta conservazione del prodotto
  • dall’attenzione dell’operatore ad evitare di contaminare con le mani o con qualsiasi altro materiale l’imboccatura del flacone.

I gradi di disinfezione

  1. basso livello: efficace contro la maggior parte dei batteri, alcuni virus e miceti. Per esempio, lo staphilococcus aureus, battere che può causare endocarditi o infezioni dei polmoni;
  2. medio livello: efficace contro tutti i batteri, la maggior parte dei virus e miceti. Un esempio è la candida;
  3. alto livello: efficace contro tutti i batteri, virus e miceti. Ad esempio, il mycobacterium tubercolosis responsabile della tubercolosi;
  4. sterilizzazione: processo capace di abbattere qualsiasi microrganismo, anche le spore batteriche, come per esempio il clostridium tetani responsabile del tetano o il bacillus cereus, che causa tossinfezioni alimentari.

Per le disinfezioni di basso e medio livello possono essere usati i seguenti prodotti:

  • alcooli, come alcol etilico o isopropilico, in concentrazioni che variano fra il 60% e il 75%, efficaci per la disinfezione di superfici, piani di lavoro, monitor per Ecg, pompe peristaltiche, termometri clinici, ecc. È un prodotto che non va diluito, ma va applicato così com’è con un panno, lasciato agire e asciugato se necessario. Non va risciacquato con acqua. Caratteristica tossicologica: irritante e disidratante;
  • composti alogenati come fenolo o sodio ipoclorito 5% (noto come amuchina). Generalmente usati in concentrazioni maggiori o uguali a 1.000 ppm (parti per milione) per lo più per la disinfezione degli ambienti, ma anche di termometri, culle termostatiche e incubatrici, laringoscopi, ecc. Sodio ipoclorito al 2% invece per disinfettare oggetti appartenenti a neonati. Caratteristica tossicologica: corrosivi e irritanti.

Per le disinfezioni di alto livello, tra gli altri si usano:

  • agenti appartenenti alla categoria delle aldeidi, come la glutaraldeide 2%, che si presenta come liquido incolore o giallino con un odore molto forte. È utilizzato per disinfettare strumentazioni mediche e chirurgiche che non possono essere autoclavate o sterilizzate con ossido di etilene (irritante, sensibilizzante e cancerogeno) come sonde, maschere, apparecchiature per emodialisi, ecc. Non è adatto alle superfici e ai piani di lavoro. Caratteristica tossicologica: irritante e sensibilizzante;
  • l’acido peracetico, che a basse concentrazioni può essere usato immergendo direttamente la strumentazione in un contenitore sterile. Al 35% invece viene utilizzato grazie ad un’apparecchiatura che gestisce automaticamente le varie fasi della disinfezione. Questo metodo solitamente è usato per trattare materiali come endoscopi, broncoscopi, ecc. Si tratta di uno dei disinfettanti più attivi contro E. Coli, Staphilococchi, Pseudomonas aeruginosa. Caratteristica tossicologica: corrosivo e irritante.

Per usare i preparati disinfettanti ad alta tossicità è necessario indossare sempre guanti e occhiali protettivi, in alcuni casi anche il camice monousoUsare solo disinfettanti registrati presso il Ministero della Salute.


Fonte: Nurse24.it