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Paziente con demenza, l’assistenza da parte dell’oss

Consigli per l’assistenza al paziente demente.

Cosa può fare l’oss che si trovi ad operare con pazienti dementi nella loro assistenza nell’ambito delle cure domiciliari? Oltre ad essere un valido aiuto per le attività quotidiane di igiene del paziente, l’oss potrà sicuramente essere un valido supporto per il caregiver stesso, potendo diventare una valvola di sfogo, un sostegno emotivo ed educativo. Potrà indicargli alcuni accorgimenti su come approcciarsi in maniera più corretta verso alcuni comportamenti tipici che subentrano nella fase acuta della patologia, quali l’aggressività, l’agitazione psicomotoria, il wandering, i deliri e le allucinazioni.

L’aggressività può manifestarsi sia come aggressività fisica che verbale. L’oss insegnerà al caregiver a non sgridare il malato, perché non capirebbe. La sua rabbia, seppur rivolta verso chi l’assiste, è una manifestazione del suo disagio e della sua paura. Cercherà di non contraddirlo proponendo le attività con calma e/o aspettando il momento adeguato. Durante la manifestazione del wandering o vagabondaggio, il paziente cammina senza una meta né uno scopo preciso, spesso di notte. L’oss o il caregiver dovranno assecondare questo impulso irrefrenabile permettendogli di camminare in un ambiente protetto, in modo da limitare i rischi e i pericoli a cui il paziente può andare incontro. Può essere utile accompagnarlo anche a distanza, facendo attenzione al tipo di calzature che indossa ed evitando l’uso di ciabatte. Consigliabile incamminarsi in percorsi circolari e non rettilinei, che evitino così al paziente di potersi allontanarsi e perdersi. Cercare di tenerlo impegnato anche nelle attività domestiche.

Durante l’agitazione psicomotoria, il malato non riesce a stare fermo, oppure continua a fare domande in maniera incessante. Bisognerà chiedersi se il comportamento del paziente viene dentro di sé o da fattori esterni, per questo è necessario chiedere al medico curante se possa essere un effetto di qualche farmaco. È opportuno avvicinarsi al paziente orientandolo nel tempo e nello spazio. Durante i deliri il paziente è assolutamente convinto che stiano accadendo delle cose che in realtà non sono vere. Non bisognerà deridere né tantomeno sgridare il paziente, ma cercare di assecondarlo e calmarlo.

È importante individuare ed eventualmente eliminare possibili fonti di disturbo. Durante le allucinazioni il paziente vede cose che in realtà non esistono. Tale disturbo può derivare da fenomeni di illusione, in quanto percepisce in modo errato immagini e suoni. Anche qui non bisognerà deriderlo né sgridarlo. Vanno eliminate anche possibili fonti ambientali di disturbo.

Oltre a queste manifestazioni della malattia occorre adottare alcuni accorgimenti che possono essere utili con i pazienti affetti da demenza, come nel caso dei pazienti affetti da Alzheimer. Togliere lo specchio, perché non si riconoscono e possono agitarsi, se piangono non dire mai di non piangere ma ascoltarli, non lasciarli soli mentre guardano la tv, fargli compagnia. La sera i pazienti dementi si sentiranno più soli e quindi potrebbero agitarsi. Portarli in giro per casa e stargli vicino, finché non si tranquillizzano e riescono ad addormentarsi. In caso abbiano desideri sessuali, bisogna distrarli. A volte si denudano perché vivono in un’altra dimensione, la famiglia vive questi episodi con forte imbarazzo che a lungo andare portano gli assistiti all’isolamento, fino a farli cadere in depressione. Portare pazienza

“Il bambino impara a fare le cose, il demente non le sa fare più”

Ricordarsi che l’aiuto che l’oss può dare in queste situazioni può essere sia di tipo emotivo sia di tipo educativo, contribuendo alla gestione di questo tipo di pazienti e fornendo quel supporto che spesso viene a mancare nell’ambito delle cure domiciliari, ovvero quel supporto che abbraccia anche la famiglia oltre che il paziente, rendendola partecipe alle cure del loro caro e riducendo il peso di questo tipo di assistenza che coinvolge i caregiver 24 ore su 24.

Il ruolo del caregiver nell’assistenza al paziente con demenza

Il caregiver, dall’inglese “colui che si prende cura”, è la persona che si occupa più strettamente di accudire il malato. Rappresenta una risorsa importante e preziosa, che dev’essere riconosciuta e rispettata, sostenuta e guidata per poter risolvere al meglio i problemi che gli si presentano. Ogni familiare di un paziente demente si trova alle prese con la sofferenza di veder cambiare progressivamente il proprio caro. Il malato infatti, modifica progressivamente il proprio rapporto con gli altri, perdendo le capacità e l’identità che prima lo contraddistinguevano come persona unica. Questo è un processo di lenta separazione, di perdita, che generalmente ha varie tappe:

Comportamenti del caregiver

Consigli per il caregiver

Prendersi cura anche di se stessi. Infatti, non è umanamente possibile dedicare tutto il proprio tempo a una persona malata di demenza, invece occorre pianificare tutti i giorni un poco di tempo e spazio anche per sé, dedicandosi ad attività che possano rigenerare, evitando così di avere solo una vita strettamente connessa alla malattia dell’assistito. Se necessario è opportuno ricorrere a un aiuto esterno senza vergognarsi. Malato e caregiver devono trovare il modo per trascorrere il loro tempo insieme, senza che la demenza domini tutta la loro vita, sforzandosi di conservare sopra ogni cosa il dialogo.


Fonte: Nurse24.it