Le cose da sapere e qualche consiglio senza allarmismi su cosa fare se non vi sentite bene e avete dei dubbi: il primo è consultare un medico.
Le notizie dei contagi nella zona di Codogno, in provincia di Lodi (Lombardia), hanno portato nuovo interesse e qualche apprensione per la crisi sanitaria legata al nuovo coronavirus, iniziata alla fine del 2019 in Cina, dove continua a concentrarsi la maggior parte dei casi e delle morti. Il ministero della Salute e le autorità sanitarie lombarde hanno avviato un piano per valutare l’estensione del problema e ridurre il rischio di nuovi contagi. Hanno inoltre chiesto la collaborazione di tutti, invitando le persone entrate in contatto con gli infetti a rivolgersi alle strutture sanitarie, in modo da valutare le loro condizioni e condurre test per verificare l’eventuale presenza del virus.
COVID-19
La malattia causata dal nuovo coronavirus cinese (SARS-CoV-2) è stata chiamata COVID-19 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). “CO” sta per “corona”, “VI” per virus e “D” per “disease” (“malattia” in inglese) e “19” serve per indicare l’anno di identificazione.
Il virus SARS-CoV-2 causa la COVID-19. Di conseguenza, possiamo anche dire che il virus della COVID-19 è il SARS-CoV-2.
Contagio
Il coronavirus si diffonde da persona a persona tramite le piccole gocce che emettiamo con la respirazione, quando tossiamo e quando starnutiamo. Il contagio può essere diretto, per esempio se si è vicini a qualcuno infetto che starnutisce, oppure per via indiretta se il virus è presente su oggetti e superfici.
Come per altre malattie virali, le vie di contagio indiretto possono essere molteplici, ma seguono uno schema piuttosto simile: l’infetto starnutisce o tossisce portandosi una mano alla bocca e poi tocca qualcosa che ha intorno, come la maniglia di una porta; una persona non infetta tocca la maniglia della porta e poi si tocca il viso, portando inconsapevolmente il virus verso le mucose della bocca e del naso, o ancora verso gli occhi.
Incubazione
Il tempo di incubazione – cioè il periodo che intercorre tra il momento in cui si è entrati in contatto con il virus e quando si manifestano i primi sintomi – non è ancora completamente chiaro. In linea di massima, passano dai 2 ai 14 giorni prima di manifestare i sintomi della COVID-19.
Quando si è contagiosi
Di solito con le malattie si diventa contagiosi quando si iniziano ad avere i primi sintomi, ma ci sono patologie in cui si è contagiosi anche nel periodo di incubazione. Per la COVID-19 c’è il sospetto che il contagio possa avvenire anche da parte di persone con il virus ma ancora senza i segni della malattia: alcuni studi pubblicati nelle ultime settimane ne hanno parlato, ma si attendono conferme.
Un’altra ipotesi è che in alcune persone la COVID-19 causi sintomi molto lievi, tali da mantenere gli individui attivi e inconsapevoli di essere malati: questi continuano quindi ad andare al lavoro e a condurre una normale vita sociale, facendo aumentare il rischio di nuovi contagi.
Sintomi
Come abbiamo visto la COVID-19 può essere asintomatica oppure può comportare sintomi simili a quelli di un’influenza: febbre, tosse e difficoltà a respirare; naso che cola e mal di gola sono meno frequenti. Nella maggior parte dei casi il sistema immunitario riesce a contrastare il nuovo coronavirus e a fermarne la moltiplicazione, portando a una guarigione dopo un paio di settimane.
Talvolta i sintomi possono peggiorare e la malattia evolve in una polmonite, con complicazioni che possono essere letali. Il rischio di morte è più alto tra le persone che hanno già altri problemi di salute, come diabete o carenze del sistema immunitario, e tra gli anziani.
Mica avrò la COVID-19?
La COVID-19 può essere inizialmente scambiata per un’influenza (e viceversa), quindi è comprensibile che chi sviluppa qualche sintomo in questi giorni si faccia un po’ di domande. Ai primi sintomi è consigliabile restare a casa, ridurre al minimo i contatti con altre persone e valutare l’evolversi della situazione, come si dovrebbe sempre fare quando si prende l’influenza stagionale, per esempio.
Per ogni dubbio o per avere consigli è bene non farsi un’autodiagnosi su Internet, ma sentire un esperto. Una telefonata al proprio medico di famiglia è il primo passo per valutare la situazione e ricevere istruzioni su come gestirla.
Nel caso in cui i sintomi peggiorino rapidamente, è sconsigliato recarsi direttamente in ospedale o al pronto soccorso. Il consiglio è telefonare al 112 e illustrare la situazione, in modo che sia il personale sanitario a decidere come gestire l’eventuale emergenza. In questo modo si riduce anche il rischio di contagiare altre persone al proprio arrivo in ospedale, senza le dovute protezioni.
Il ministero della Salute ha inoltre messo a disposizione il numero 1500 per ricevere informazioni e consigli sul nuovo coronavirus.
C’è da preoccuparsi?
Con la salute naturalmente non si scherza, ma non bisogna nemmeno farsi inquietare troppo dalle notizie che da settimane leggiamo sul nuovo coronavirus. Secondo il rapporto più completo finora diffuso sulla COVID-19, e basato per lo più su quanto sta avvenendo in Cina, in circa l’81 per cento dei casi la malattia comporta sintomi moderati, mettendo a rischio soprattutto le persone più anziane o che avevano già altre condizioni cliniche. Il 13,8 per cento dei casi ha portato a sintomi gravi e meno del 5 per cento dei casi a condizioni critiche.
Prevenzione
Ridurre al minimo i contatti con le persone contagiose riduce il rischio di contrarre la COVID-19. Le buone pratiche igieniche da seguire sono le stesse consigliate per difendersi dall’influenza stagionale e altre malattie contagiose: lavarsi spesso le mani, non toccarsi il viso con le mani sporche, tossire e starnutire nell’incavo del gomito e non nel palmo delle mani, in modo da ridurre il rischio di trasferire per contatto il virus sulle superfici, se si è contagiosi.