Coronavirus, bonus da mille euro a testa per i sanitari

Tutti i medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari impegnati in queste settimane negli ospedali dell’Emilia-Romagna contro il Covid-19 riceveranno un bonus di mille euro come “segnale concreto di riconoscimento” da parte della Regione. Ad annunciarlo, il sottosegretario Davide Baruffi, in conferenza stampa col governatore Stefano Bonaccini. “Sarà una tantum – ha sottolineato Baruffi – ma vogliamo che arrivi subito nelle loro tasche.”

Misura da 65 milioni di euro per riconoscimento una tantum ai sanitari

Mille euro a testa per gli operatori sanitari in prima linea nella lotta al coronavirus in Emilia-Romagna. È il contributo che la Regione ha deciso di assegnare come riconoscimento a tutti i medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari impegnati in queste settimane negli ospedali contro il Covid-19.

Vuole essere un “segnale concreto di riconoscimento – spiega il sottosegretario Davide Baruffi, in conferenza stampa col governatore Stefano Bonaccini – chi è in prima linea merita il plauso di tutti i cittadini e noi mettiamo in campo 65 milioni di euro per riconoscere ai lavoratori un contributo aggiuntivo di mille euro a testa.”

Si tratta di una “misura eccezionale per la sua dimensione – continua Baruffi – sarà una tantum, ma vogliamo che arrivi subito nelle loro tasche.” Per questo la misura è stata disposta in accordo coi sindacati e le rappresentanze dei medici di medicina generali. In questo modo, “riusciremo a erogarli immediatamente,” ribadisce Baruffi.

La misura rientra nel pacchetto da 320 milioni euro, tra investimenti e parte corrente, che la giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di mettere in campo per rispondere all’emergenza coronavirus.

Tra gli interventi previsti, oltre al premio ai sanitari impegnati nell’emergenza (65 milioni di euro), 20 milioni di euro per creare l’hub nazionale di terapia intensiva. Il pacchetto di misure è stato deciso “mobilitando tutto quello che è disponibile”, hanno sottolineato Baruffi e Bonaccini in conferenza stampa, “usando anche l’avanzo di bilancio.”

Saranno poi le parti sociali (sindacati, ndr.) anche a livello aziendale a decidere la ripartizione del contributo: di più a chi è stato in prima linea e meno a chi ha lavorato in altri reparti. Spiegano Baruffi e Bonaccini.

Nato il CTS: gli Operatori Socio Sanitari hanno il loro comitato tecnico scientifico.

Nato CTS: gli Operatori Socio Sanitari (OSS) hanno il loro Comitato Tecnico Scientifico. Basta con attestati fasulli.

Il 6 maggio 2019 è nato il comitato tecnico scientifico puglia. Esso è formato interamente da operatori socio sanitari e attraverso strategie e obiettivi mira alla valorizzazione professionale della categoria. La nostra presidente Grazia Giangrande ha depositato in consiglio regionale pugliese una legge sugli Oss, essa è già stata approvata in Liguria e in Sicilia e mira ad avere un elenco regionale di categoria.
Come comitato il nostro comune denominatore è la valorizzazione della nostra professione, in quanto confrontandoci con tanti colleghi che lavorano nel settore privato in particolar modo denotiamo con tristezza, le varie problematiche con le quali molti Oss devono convivere. Sono tanti secondo noi contratti di lavoro presenti nel settore privato, tanta anche è la precarietà di molti operatori, altro aspetto e che molti  Oss per lavorare sono obbligati ad aprire partita iva, fino ad arrivare al demansionamento professionale in quanto in molti contesti gli Oss sono chiamati a svolgere mansioni non inerenti al profilo in particolar modo in contesti domestici. Noi vorremmo che finalmente l’Oss sia inquadrato nel settore pubblico come figura sanitaria e non come tecnico, siamo noi che svolgendo mansioni di assistenza di Base siamo a stretto contatto con il paziente, tempestivamente segnaliamo alterazioni della cute, inappetenza, alterazioni della diuresi, stimoliamo il paziente ad usare le proprie capacità residue, ecc,  lavoriamo in equipe e su attribuzione infermieristica o ostetrica.

Troppo ambizioso è chiedere che l’Oss diventi una professione sanitaria?

Lascio alle vostre coscienze una risposta.

Credo che questa figura nata nel 2001 abbia bisogno di una revisione professionale e di maggiori tutele, ancora molte persone non conoscono e non hanno ben chiaro chi siamo. Ci vorrebbe a mio avviso una regolamentazione ferrea della formazione in particolar modo sui corsi a pagamento, basta speculazioni e basta ricevere spiacevoli notizie mi riferisco al suicidio poco tempo fa di un Oss che aveva fatto un corso e poi aveva scoperto di aver ricevuto un attestato falso. Colgo l’occasione per porgere alla famiglia la nostra vicinanza. Invito tutti gli operatori pugliesi a documentarsi sulla nostra “mission” e qualora si ravvedano nei nostri comuni denoninatori ad aderire al nostro comitato. Porgo a tutti colleghi i nostri migliori auguri in occasione delle prossime festività.

Gianfranco Oliveri

Socio fondatore CTS Puglia

Fonte: AssoCareNews.it

Trasporto della documentazione sanitaria

Il ruolo dell’Oss nel trasporto della documentazione sanitaria.

Trasportare la documentazione sanitaria è un atto di enorme responsabilità e chi se ne occupa deve farlo seguendo i criteri della riservatezza: privacy, segreto professionale e segreto d’ufficio. L’oss chiamato e autorizzato a trasportare la documentazione sanitaria deve farlo seguendo regole precise, in virtù del fatto che la documentazione sanitaria ha valore clinico, amministrativo e legale.

Leggi tutto “Trasporto della documentazione sanitaria”

Aggressioni ai sanitari, via libera del Governo a Ddl Grillo

Ddl Grillo su aggressione ai sanitari, c’è il via libera del Governo.

È arrivata l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri del Ddl Grillo sulle aggressioni ai sanitari. Arrivano Osservatorio nazionale e pene più severe per chi minaccia o aggredisce gli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni.

Leggi tutto “Aggressioni ai sanitari, via libera del Governo a Ddl Grillo”