Vulnologia, la sfida è nell’approccio globale al paziente

Approccio globale al paziente con lesioni cutanee, la sfida da vincere.

La valutazione di una lesione è una complessità di azioni che richiede sia una competenza avanzata strettamente correlata al problema delle lesioni, sia conoscenze cliniche che consentano una visione olistica della persona, presa in carico nella sua interezza. Una persona con lesioni cutanee non è mai solo questo. Il più delle volte è una persona che presenta delle comorbilità ed è sempre calata in un particolare contesto sociale, familiare, occupazionale particolare ed unico.

La sfida, attualissima, per chi si occupa di wound care è quella di superare quei paradigmi che portano a concentrarsi esclusivamente sulla lesione, proiettandosi verso una presa in carico globale del paziente vulnologico.

L’esame obiettivo non può esaurirsi al “distretto lesione”; l’Infermiere esperto in lesioni cutanee deve prendersi carico del paziente nella sua globalità, per avere una visione ampia e sinergica sulle strategie attuabili per impostare e tarare il percorso di cura sulla persona.

L’errore più grande che possa commettere un professionista è quello di focalizzarsi solo sulla lesione, senza tenere conto di tutti quei fattori correlati che, se trascurati, possono interferire con il processo di guarigione delle ferite (un esempio su tutti: è inopportuno prescrivere un tutore elastico ad un paziente che non deambula).

È essenziale che la valutazione di una lesione sia esaustiva, sistematica e basata sulle evidenze scientifiche, così come essenziale è la raccolta anamnestica dei dati del paziente, durante la quale è fondamentale reperire informazioni utili a tutti i membri dell’équipe assistenziale, affinché il monitoraggio dell’evoluzione del processo di guarigione della lesione sia un lavoro condiviso, tra identificazione di idonei obiettivi di trattamento e descrizione appropriata di tutti gli item di accesso.

Il breafing vulnologico multidisciplinare

Il breafing vulnologico è un momento cardine per tutto il processo di assistenza al paziente. I componenti del team multidisciplinare – medico, infermiere, oss, caregiver – si incontrano in riunioni periodiche per portare avanti il percorso personalizzato del singolo paziente.

Lo stesso paziente – ove possibile – dovrà assumere un ruolo attivo, ad esempio compilando un diario giornaliero con tutte le attività (visite a domicilio o in ambulatorio comprese) che svolge nell’arco delle 24 ore, al fine di permettere ai professionisti che l’hanno preso in carico di poter individuare e correggere eventuali comportamenti che intralciano il percorso di guarigione della lesione.

È compito dell’infermiere esprimere al paziente l’importanza di una valutazione globale affinché ci sia una completa adesione al piano di cura, una compliance positiva ed un approccio convincente e avvincente verso il traguardo atteso, guarigione della lesione o miglioramento della qualità di vita che sia.


Il modello della valutazione globale, inoltre, consente una visione specifica del letto e del bordo della lesione, così come della cute perilesionale, la cui condizione è fondamentale per far progredire correttamente la guarigione di una lesione (si pensi ad esempio a quanto condizioni come la macerazione, l’escoriazione, processi infettivi, influenzino negativamente tale evoluzione).

L’attenzione alla cute perilesionale segue i principi del TIME:

  • T – Tissue: valutazione del tessuto necrotico o devitalizzato, necessita di debridement?
  • I – Infection/Inflammation: vi sono segni di infezione o infiammazione? Necessita di antibiotici o basta una medicazione antisettica?
  • M – Moisture: squilibrio dei fluidi, la lesione è troppo secca o troppo essudante? Questo aiuta nella scelta della medicazione.
  • E – Edge: i margini non sono proliferanti o sono sottominati? Forse necessita di terapie alternative.

Lo scopo è quello di adottare accorgimenti ed implementare interventi atti a migliorare sì il monitoraggio clinico, ma anche – e soprattutto – la qualità di vita del paziente stesso, per un miglioramento generale degli esiti.


Fonte: Nurse24.it